I vini prodotti in Franciacorta sono prodotti con il metodo classico e riconosciuti DOCG. Infatti, la loro produzione è consentita solo nel territorio della provincia di Brescia.
La Franciacorta è la più famosa zona vinicola della Lombardia. È una regione vitivinicola di circa 200 km² affacciata sulla sponda meridionale del Lago di Iseo in provincia di Brescia. Questa zona è prevalentemente collinare ed è delimitata a ovest dal fiume Oglio, emissario del lago, a nord est dal digradare delle Alpi Retiche e a sud dal Monte Orfano, alto circa 450 metri.
Pur essendo tutto di origine morenica, il suolo e le condizioni ambientali non sono omogenee: gli studi della metà del Novecento del professor Attilio Scienza, individuarono ben 6 diverse zone o unità vocazionali differenti, in cui suddividere il territorio.
La tradizione secolare della viticoltura
La produzione del vino possiede una storia di origini molto antiche. Addirittura, è stato ritrovato del materiale preistorico di vinaccioli, che testimoniano la presenza della vite già a quel tempo.La pratica della viticoltura viene menzionata già negli scritti di autori romani quali Plinio il Vecchio, Columella e Virgilio. Nel Medioevo gli ordini monastici si dedicavano molto alla bonifica e alla coltivazione del territorio. Per esempio, celebre fu il monastero femminile di San Salvatore, fondato dal re Longobardo Adelchi e da sua moglie Ansa nel 753 d.C.
Antiche testimonianze fanno risalire al XIII secolo il commercio presso le corti dei signori della zona dei vini effervescenti prodotti in Franciacorta.Nell’antica “Franzacurta”, così chiamata dagli antichi, il vino era molto apprezzato alle corti dei signori e dei nobili del tempo. Si descrive la produzione del vino con effervescenza e bollicine già nel sedicesimo secolo, periodo in cui venne pubblicato dal medico bresciano Girolamo Conforti il famoso “Libellus de vino mordaci” nel 1570, parecchi anni prima del lavoro e delle intuizioni dell’abate Dom Perignon a Hautvillers nel 1668.
La rinascita della vocazione spumantistica in Franciacorta risale alla fine degli anni Cinquanta, quando si orientò la produzione verso ottimi vini base adatti alla seconda fermentazione in bottiglia, prevista dal metodo classico. Fu nel 1967 che venne istituita la Doc Franciacorta, una delle prime in Italia, mentre negli anni Novanta nacque il Consorzio e venne riconosciuta la Denominazione d’Origine Controllata e Garantita nel 1995.
In cosa consiste il metodo classico in Franciacorta
Nel metodo classico o champenoise, la vendemmia viene anticipata per raccogliere grappoli acidi e non ancora del tutto maturi. Il sapore del Franciacorta deriva dall’assemblaggio di vini di annate e vitigni diversi, per trovare il giusto equilibrio. Dopo aver imbottigliato il vino, vengono aggiunti mosto e lieviti, si chiude e si lascia riposare per almeno 18 mesi. In questo periodo avviene una seconda fermentazione, la rifermentazione in bottiglia, custodendole in vere e proprie celle o segrete sotterranee.
Dopo questo passaggio chiamato affinamento, si passa al remuage: la bottiglia viene inclinata a 45 gradi a testa in giù, e poi ruotata delicatamente. In questo modo i resti dei lieviti si accumulano sotto il tappo, e vengono eliminati stappando le bottiglie, tramite la sboccatura.
Quali sono i vitigni ammessi dal Disciplinare di produzione?
Fra i vitigni che si possono usare per produrre spumante Franciacorta abbiamo:
- Tra le uve a bacca bianca lo Chardonnay, il Pinot Bianco e l’Erbamat, quest’ultima è particolarmente apprezzata per la ricchezza di acidità.
- L’uva a bacca rossa più coltivata è il Pinot Nero, che deve essere impiegato almeno per il 25% nella versione del Franciacorta rosé.
Alcuni caratteri distintivi per ogni tipologia di Franciacorta DOCG
Il disciplinare della DOCG Franciacorta prevede diverse versioni di spumante. In tutti i Franciacorta è obbligatoria l’indicazione in etichetta della sboccatura e quindi dei tempi di affinamento per ogni tipologia:
- Franciacorta: vino base, fresco e minerale che prevede un affinamento minimo sui lieviti di 18 mesi;
- Franciacorta Rosé: può essere prodotto con solo Pinot Nero, oppure insieme allo Chardonnay e al Blanc ed ha un affinamento minimo 24 mesi;
- Franciacorta Millesimato: si devono utilizzare uve dell’annata dichiarata per almeno l’85% e il periodo di affinamento deve essere minimo di 24 mesi;
- Franciacorta Riserva: sono dei Millesimati dalla particolare eccellenza qualitativa che prevedono un affinamento di minimo 60 mesi.
Cosa si Intende per Franciacorta Saten?
Il Saten è una tipologia prevista solo per la Franciacorta DOCG: il vino è caratterizzato da una sovrappressione di CO2 inferiore alle 5 atmosfere; quindi, la sensazione gustativa è di una setosa cremosità. L’affinamento minimo risulta di 24 mesi ed è prevista solo la versione “brut” con un dosaggio di zucchero compreso tra i 6 e i 12 grammi per litro.
Le cantine storiche produttrici di Franciacorta
L’idea di provare a vinificare le uve coltivate in Franciacorta per dare vita a un eccellente metodo classico venne presentata dal giovane enologo Franco Ziliani (scomparso a dicembre 2021) al Conte Guido Berlucchi: erano gli anni Sessanta e da allora l’azienda Fratelli Berlucchi è un punto di riferimento della denominazione.
Altro nome rilevante nella produzione di Franciacorta, è Cavalleri. La famiglia di Erbusco può vantare una tradizione secolare nella coltivazione agricola ed è famosa per i suoi leggiadri Blanc de Blancs.
L’azienda vinicola Bersi Serlini produsse la prima bottiglia di spumante negli anni Settanta, come peraltro l’azienda Barone Pizzini, una tra le prime a lavorare in biologico, sicuramente molto apprezzata anche a livello internazionale.
Situata nel comune di Adro, l’azienda Ferghettina è una delle realtà più produttive della zona, con vigne dislocate su terreni con composizioni molto diverse. Mentre l’azienda Contadi Castaldi è specializzata nella tipologia Saten e ha la sede nella vecchia Fornace Biasca, che ha recuperato grazie ad un mirabile lavoro di ristrutturazione.